Ivrea
Chiesa San Bernardino
Google Maps
Le visite alla chiesa sono possibili due domeniche al mese, tra maggio e ottobre, oppure per appuntamento, grazie al lavoro di volontariato della Associazione Spille d'Oro Olivetti.
L' église de San Bernardino d'Ivrea , situé dans les bâtiments abritant la société Olivetti , possède un jubée racontant l'histoire de la vie et la Passion du Christ peint par Jean-Martin Spanzotti entre 1485 et 1490
ref http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Bernardino_(Ivrea)
Jean Martin Spanzotti
Saint Bernardin de Sienne
Adam et Eve
L'église, dans sa première structure a été construite entre Septembre
1455 et Janvier 1457 avec le couvent des Franciscains. L'admiration populaire envers la figure de San Bernardino (soi-disant passé à Ivrea en 1418) avait convaincu les autorités religieuses d'appuyer la construction du couvent, qui a été inauguré en grande pompe en présence de l' évêque d'Ivrea , St. John Parella Martino , et le vicaire franciscain de la province de Milan.Bibliographie
- G. Testori, G. Martin Spanzotti - les fresques d'Ivrea , Olivetti Centre culturel, Ivrea 1958 (l'essai a été reproduit dans Testori à Ivrea , (organisée par la Testori Giovanni), Silvana Editoriale, 2004;
- G. Romano, Giovanni Testori et Martin Spanzotti dans Testori à Ivrea , (organisée par la Testori Giovanni), Silvana Editoriale, 2004
- Aldo Moretto, l'enquête ouverte sur les fresques du Canavese , une usine de type lithographique G. Saluzzo Richard, 1973
- Adèle Rovereto, le monastère de Saint- Bernardino, Ivrea et le cycle pictural de Gian Martino Spanzotti , Priuli & Verlucca éditeurs, Ivrea, 1990
Liens en italien sur les église d' Ivrea : http://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Ivrea http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Bernardino_(Ivrea)
Ben poco si sa degli affreschi più antichi che ornano il
presbiterio, i più antichi dei quali realizzati probabilmente a ridosso della sua edificazione (1457)Nelle due cappelle poste in corrispondenza agli archi laterali del tramezzo troviamo dipinte rispettivamente una
Crocifissione ed una Madonna col Bambino, Sante e Santi realizzati attorno al 1470 da ignoti artisti di provenienza lombarda che si attardano su moduli gotici (per la Madonna col Bambino si è avanzata dubitativamente un'attribuzione a Cristoforo Moretti).Il tramezzo spanzottiano [modifica]
I
tramezzi affrescati che ancor oggi si possono vedere in Piemonte e Lombardia e Canton Ticino è dovuta alla committenza dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti: essi ubbidiscono ad un programma iconografico ben preciso che doveva servire per dare enfasi alle predicazioni che si tenevano nella chiesa, particolarmente nel periodo dell’Avvento e nella Settimana Santa.Quello affrescato da
Giovanni Martino Spanzotti ad Ivrea è uno dei più antichi tra quelli superstiti, realizzato non molti anni dopo quelli che vengono ritenuti i primi esempi del genere (oggi scomparsi), vale a dire quello della chiesa di San Giacomo a Pavia (con affreschi di Vincenzo Foppa, di Bonifacio Bembo ed altri) e quello della vecchia chiesa di Sant’Angelo a Milano (con affreschi attribuiti al Foppa).
La committenza data allo Spanzotti sottolinea il suo debito stilistico verso il Foppa, che già Roberto Longhi aveva puntualmente sottolineatoL'interesse artistico della chiesa si concentra sul grande tramezzo affrescato dallo Spanzotti in due intervalli di tempo tra il
1485 ed il 1490 ca. Vi è narrata la Storia della Vita e della Passione di Cristo in venti scene (ognuna dalle dimensioni di 1,5 x 1,5 metri), più una grande Crocifissione avente una misura quadrupla rispetto alle altre. Le scene che si leggono in successione sono – nel registro superiore – l’Annunciazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Fuga in Egitto, laDisputa tra i dottori, il Battesimo, la Resurrezione di Lazzaro e l’Entrata in Gerusalemme; nel registro di mezzo troviamo l’Ultima Cena, la Lavanda dei piedi, la Preghiera nell’orto degli Ulivi, la Cattura di Gesù, Gesù davanti a Pilato, Gesù davanti a Caifa; nel registro inferiore troviamo infine le scene della Flagellazione, l’Ecce Homo, la Salita al Calvario, la Deposizione e la Resurrezione.
La grande e drammatica scena della Crocifissione, che colpisce l'attenzione del visitatore appena entrato in chiesa, rappresenta il fulcro patetico dell'intero ciclo.
Nei pilastri sottostanti troviamo raffigurata una immagine di San Bernardino ed un Cristo in Pietà, mentre ai lati degli archi, troviamo una Cacciata dall'Eden e scene del Giudizio Universale.
Il ciclo sul "tramezzo" della chiesa francescana d'Ivrea riflette non solo la esigenza pedagogica del committente di disporre, per l'ascolto delle prediche, di una "biblia pauperorum" capace di tradurre le scritture in immagini, ma esprime soprattutto i tratti peculiari della devozionalità dei frati osservanti che punta a restituire una genuina carica umana al racconto evangelico. Spanzotti si dimostra capace di interpretare in modo esemplare il desiderio del committente, sviluppando una poetica nuova in grado di conferire al racconto la verità e la nobiltà dell'esperienza umana che è propria degli umili.
Nel suo saggio sugli affreschi di San Bernardino, Giovanni Testori osserva:
« È una nobiltà nuova quella che si fonda in questi anni nel Nord dell'Italia e alla quale lo Spanzotti offre questo suo inconfondibile tono: una nobiltà umana, anziché umanistica; il fatto riportato alle sue proporzioni reali e quotidiane, contro il fatto dilatato dall'iperbole dell'ideologia; il profondo del particolare, infine, contro l'esteso dell'universale. Ma reperire per costanza di verità una parola che ha durato e duri nel destino degli uomini, fitta nella loro carne e nel loro cuore, che grande, umana e, diciam pure, meritoria fatica! » ( Giovanni Testori, G. Martino Spanzotti – gli affreschi di Ivrea, 1958 )I colori ormai sbiaditi dal tempo e dalle ingiurie subite, non impediscono allo spettatore di cogliere la qualità tecnica dei dipinti e la grande capacità dell'artista nel cogliere la diversa luce degli ambienti e delle ore del giorno.
« Spanzotti si trova libero di vedere stanze di gente contadina così come sono in una luce mattinale già pulite con cura a finestre aperte, con il tronco familiare dell’orto che è li a portata di mano. [..] tanta è la sapienza dello Spanzotti nel trattare le luci sempre in modo naturale, secondo il variare dell'ora e dell'animo. Da quella luce viola che sembra scendere fredda e rabbrividente dalle montagne per rendere più pure le prime scene di sentimento raccolto e domestico (Annunciazione e Natività), a quella più calda dei grandi apertidominati in primo piano dall'asinello vivacissimo (Fuga in Egitto, Entrata in Gerusalemme), a quella che bagna il Cristo nel momento della tragedia: quei panni intrisi di luce, nell'angoscia del sentimento - dall' Orazione nell'orto allo stare davanti a Pilato e a Caifa - una soluzione luministica, così carica di significato, da rendere grande da sola lo Spanzotti » ( Aldo Moretto, Indagine aperta sugli affreschi del Canavese, 1973)Tra le molteplici qualità artistiche che il saggio di Testori sottolinea deve, quanto meno, essere menzionata la scena notturna della "Cattura di Cristo", con quel fondersi inestricabile di ombre, figure, mani, lance, corazze e visi che anticipa di oltre un secolo il
Caravaggio. Di particolare drammaticità, all’interno della scena della Crocifissione”, è l’accorre disperato della Maddalena, non immemore della lezione appresa dallo Spanzotti osservando la stessa figura negli affreschi eseguiti da Ercole de' Roberti (allievo del suo maestro Francesco del Cossa) per il duomo di Bologna e nei "mortori" emiliani.
Elementi figurativi di chiara ascendenza nordica si spiegano attraverso la influenza esercitata sullo Spanzotti da Antoine de Lonhy.
In sintesi, attraverso gli affreschi del tramezzo, l'opera di Spanzotti i si connota come punto d'incontro fertile delle espressioni artistiche presenti sui due versanti delle Alpi, aspetto che caratterizza per molti versi la peculiarità della produzione artistica in Piemonte nel corso di tutto il XV secolo.Visite alla chiesa [modifica]
Le visite alla chiesa sono possibili due domeniche al mese, tra maggio e ottobre, oppure per appuntamento, grazie al lavoro di volontariato della Associazione Spille d'Oro Olivetti.
Bibliografia [modifica]
- G. Testori, G. Martino Spanzotti – gli affreschi di Ivrea, Centro Culturale Olivetti, Ivrea 1958 (il saggio è stato riprodotto in Testori a Ivrea, (a cura dell’Associazione Giovanni Testori), Silvana Editoriale, 2004;
- G. Romano, Giovanni Testori e Martino Spanzotti, in Testori a Ivrea, (a cura dell’Associazione Giovanni Testori), Silvana Editoriale, 2004
- Aldo Moretto, Indagine aperta sugli affreschi del Canavese, Stabilimento tipo-litografico G. Richard, Saluzzo, 1973
- Adele Rovereto, Il convento di S. Bernardino in Ivrea e il ciclo pittorico di Gian Martino Spanzotti, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990
Index Piémont Val Susa Val Pô Val Bronda Val Varaita Val Maria Val Grana Val Stura Val Pesio Monregalese Val Tanaro Alta Langa Artistes piémontais
Retour Page d'accueil site France Espagne Suisse Italie Abruzzes Ligurie Lombardie Ombrie Marches Latium Piémont Toscane Trentin Sardaigne Val d'Aoste Vénétie-Romagne Sicile bibliographie
© ASA 2000 - 2010 Webmaster : François Darbois. Tous droits réservés. Dernière mise à jour, le 29/04/2010
Merci pour votre visite. Vous pouvez m'écrire pour demander plus d'information ou me donner des renseignements ou m'indiquer des erreurs ...
![]()