Scala deambulatorio, Miracolo di una resurrezione compita dal Beato Pietro di Lussemburg

Ivrea

Crypte de la Cathédrale

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Sainte Martyre

 

Si accede alla cripta dalla navata sinistra all'altezza del presbiterio. Sopra la porta d'ingresso, tra due grandi colonne in laterizio della basilica warmondiana, si nota un affresco del XV secolo con la Madonna delle Grazie, un santo vescovo e San Bernardo di Mentone: il santo vescovo è raffigurato nell'atto di presentare alcuni fedeli al Madonna, mentre il Bambino si protende verso di loro; san Bernardo viene mostrato con l'abito degli agostiniani, mentre (secondo la usuale iconografia) tiene al guinzaglio il demonio.

Scendendo nella cripta e percorrendone i locali si nota subito la differenza tra la zona sottostante il presbiterio (XII secolo) e quella più antica (fine X – inizio XI secolo) posta sotto lo spazio occupato dal coro e dal deambulatorio. Quest'ultima area (denominata "confessione di San Besso") ha volte sostenute da pilastri e colonne di foggia differente, rozzamente tagliate; al centro (nella collocazione voluta da Warmondo) è posto il bel sarcofago romano di Caio Atecio Valerio che funziono per secoli come urna funeraria con le reliquie di San Besso. La zona della cripta posta sotto il presbiterio (la così detta "confessione di San Gaudenzio") è divisa in tre navatelle con volte a crociera sostenute da due file di colonnine con graziosi capitelli decorati da motivi vegetali, tutti differenti l'uno dall'altro, che richiamano strettamente i capitelli del vicino "chiostro del capitolo dei canonici". Gli spazi ulteriori che si aprono tra i pilastri di fondazione dei campanili conferisco a tutto l'ambiente un aspetto vagamente labirintico.

Molti sono gli affreschi sopravvissuti all'interno della cripta. Quello più antico, databile al XIII secolo[14], raffigura una Madonna col Bambino tra un santo vescovo ed un santo monaco. La Madonna riecheggia, con la ieratica postura della Madonna Theotokòs, iconografie bizantine, mentre la figura attentamente eseguita del santo vescovo (Warmondo?) si lascia ammirare per il suo portamento e la sua fierezza[15]. Troviamo poi all'estremità orientale della cripta un affresco raffigurante un San Gaudenzio dal volto alquanto sereno, (affresco che doveva sovrastare un piccolo altare dedicato al santo eporediese)[16]: posti su due facce del pilastro di fondazione del campanile meridionale troviamo due figure (una alquanto mutila) di santi guerrieri con armature ed insegne, forse dell'ordine di San Maurizio[17]. Citiamo ancora gli affreschi nell'absidiola sud della cripta, probabile opera giovanile diGiacomino da Ivrea, che raffigurano una Vergine del latte con Sant'Antonio abate, San Cristoforo e San Sebastiano ed un'Annunciazione ricavata nel prospetto dell'arco[18].

Usciti dalla cripta, lungo la scala che porta al deambulatorio si osserva un interessante affresco con ilMiracolo di una resurrezione compiuta dal Beato Pietro di Lussemburgo, dipinta da un ignoto pittore della seconda metà del XV secolo. Il Beato, patrono di Avignone, è riconoscibile dallo stemma posto sull'urna ed è ritratto in abiti cardinalizi, mentre un angelo gli pone sul capo il galero. Interessante è il confronto con la Pieta d'Avignon realizzata dal così detto Maître de la Pietà d'Avignon e conservata al Musée Calvet di Avignone.

Proseguendo lungo il deambulatorio incontriamo, inglobati nel muro dell'abside, colonne e capitelli (ricavati verosimilmente dell'antico tempio romano) che furono già utilizzati nella costruzione della chiesa di fine IV – inizio V secolo. Tra tali colonne si nota anche la lapide che ricorda la ristrutturazione warmondiana, coeva alla ristrutturazione stessa.

Molteplici, anche se spesso alquanto mutilati, sono gli affreschi che si incontrano sulle pareti del deambulatorio e che sarebbero meritevoli di uno studio accurato. La figura di un santo affrescata sul pilastro del campanile meridionale mostra un giovane dalla folta chioma e vestito con eleganza, che tiene in mano la palma del martirio: Il dipinto è stato attribuita al Maestro d'Oropa[19], artista operante nei primi anni del XIV secolo. Tra le altre cose si possono menzionare la figura di un Cristo Pantocratore circondato dai simboli degli evangelisti; i frammenti di un Giudizio Universale, unaAdorazione dei Magi e, nell'infradosso di un arco, alcune suggestive figure fantastiche e mostruose, tipiche dei bestiari medievali.

ref Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Ivrea#La_cripta_e_gli_affreschi_antichi

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